DSA: Rispondo alle vostre domande!
I DSA, ovvero Disturbi Specifici dell'Apprendimento scolastico, rientrano all'interno della categoria dei disturbi del neurosviluppo, di matrice neurobiologica.
Secondo ricerche recenti, essi riguardano circa il 3-4% degli alunni italiani, il che significa che in una classe di circa 25 alunni sarà altamente probabile riscontrare situazioni di dislessia, disortografia e/o discalculia.
Di seguito trovate le domande più frequenti che vengono rivolte agli esperti in materia DSA:
Cosa sono?
Si tratta di un gruppo di disturbi evolutivi di origine neurobiologica che, in quanto specifici, riguardano esclusivamente le abilità di apprendimento di lettura, scrittura e competenze aritmetiche, all'interno di un funzionamento intellettivo che risulta adeguato e, in certi casi, persino superiore alla norma attesa per l'età.
- Dislessia: si manifesta con una compromissione a carico delle abilità di lettura, nei parametri di correttezza e velocità (lettura lenta e/o inaccurata);
- Disortografia: riguarda una mancata automatizzazione delle abilità ortografiche legate alla transcodifica fonema-grafema, che porta a commettere errori di natura fonologica (omissione, sostituzione, aggiunta, confusione di suoni), non fonologica (separazione/fusioni illegali, omissioni di H nel verbo avere), fonetica (omissione di doppie e accenti);
- Disgrafia: rappresenta un disturbo della scrittura che coinvolge gli aspetti grafo-motori di tale abilità e che si manifesta con difficoltà a carico di leggibilità, fluenza e organizzazione spaziale dei grafemi;
- Discalculia: costituisce un disturbo specifico che comporta difficoltà significative a carico delle abilità aritmetiche e del calcolo, le quali si compongono a loro volta di numerose sotto-abilità (lessicali, semantiche, sintattiche, procedurali, di calcolo e problem-solving, per citarne alcune).
Quali sono i segnali che possono fare sospettare la presenza di un DSA?
I segnali precoci della presenza di un DSA possono essere riscontrabili già a partire dagli anni della scuola dell'infanzia; ne sono un esempio alcune difficoltà a carico di competenze metafonologiche (capacità di manipolare i suoni e operare su di essi, es: giochi con suoni e parole, rime, filastrocche, ecc), abilità di pre-grafismo, coordinazione motoria, orientamento spazio-temporale, oltre ad eventuali difficoltà e/o ritardi nell'acquisizione delle principali tappe di sviluppo motorio e linguistico.
Durante la scuola primaria si iniziano ad osservare difficoltà clinicamente significative - che non appaiono dunque in linea con quanto atteso per età e classe frequentata - a carico di velocità e correttezza nella letto-scrittura, di automatizzazione nelle abilità aritmetiche e del calcolo, oltre ad intense fatiche a carico di concentrazione e attenzione, con evidenti segnali di affaticamento cognitivo e repentini cali della motivazione.
Individuare precocemente la presenza di un DSA è fondamentale al fine di contenerne le disfunzionalità e della messa a punto di un tempestivo programma di intervento abilitativo.
A quale età si può diagnosticare un DSA?
Per poter effettuare una diagnosi di dislessia e di disortografia è necessario attendere la fine della seconda primaria; nel caso della discalculia, non è possibile invece porre diagnosi prima della fine della terza primaria.
Nonostante ciò, anche antecedentemente a tali periodi è comunque opportuno - in presenza di segni e sintomi sospetti - procedere con uno screening o una valutazione delle competenze metafonologiche , in modo da poter intervenire da subito sulle compromissioni funzionali riscontrate e contenerne il più possibile l'evoluzione.
Chi può diagnosticare un DSA?
La normativa varia da regione a regione: in Emilia Romagna la diagnosi può essere effettuata sia dal servizio pubblico nazionale - con tempistiche e tempi di attesa maggiori - che da Psicologi esperti in psicopatologie dell'apprendimento e/o Neuropsichiatri infantili.
La diagnosi effettuata da privati dovrà essere poi consegnata ad una apposita commissione Ausl, la quale dovrà validarla a seconda che questa rispetti o meno i criteri di riferimento (i tempi di questo adempimento sono solitamente piuttosto brevi).
Come funziona la valutazione DSA?
Il percorso per diagnosticare un'eventuale dislessia, disortografia e/o discalculia si articola nei seguenti passaggi:
1. Colloquio anamnestico con i genitori, al fine di raccogliere informazioni e dati sulla vita - scolastica ed extrascolastica - del soggetto interessato.
2. Quattro incontri di valutazione neuropsicologica ai fini di valutare la presenza o meno di un DSA per poi, in caso affermativo, stilare l'eventuale certificazione diagnostica.
3. Colloquio di restituzione con la famiglia e consegna della relazione clinica.
4. Stesura di un piano di lavoro post-diagnosi, strutturato e calibrato sulla base delle esigenze di ogni singolo soggetto, che potrà prevedere sessioni di training abilitativi, percorsi volti all'introduzione e all'accompagnamento nell'utilizzo degli strumenti compensativi, incontri di mediazione scuola-famiglia, consulenze psicoeducative.
Mio figlio ha un DSA: avrà l'insegnante di sostegno?
No! L'insegnante di sostegno è previsto solo per i bambini certificati con L.104/92, i quali presentano una "[...]minorazione fisica, psichica o sensoriale [...]", all'interno generalmente di un funzionamento intellettivo deficitario.
I bambini con una diagnosi di DSA afferiscono invece alla L.170/2010 e hanno diritto alla stesura di un PDP (Piano Didattico Personalizzato) e all'introduzione di misure dispensative/strumenti compensativi - didattici e/o tecnologici - che esonerano, sostituiscono e/o facilitano le prestazioni richieste nell'abilità che risulta deficitaria.
Una volta diagnosticato un DSA, cosa si può fare?
Sulla base dello specifico funzionamento di ogni singolo individuo, si potrà impostare un piano di intervento articolato su vari livelli: interventi clinici di abilitazione per aiutare il soggetto a raggiungere gli obiettivi didattici con interventi specialistici, strategie e strumenti didattici che siano adatti al suo modo di studiare e imparare; training clinici di potenziamento delle abilità deficitarie; percorsi di introduzione e accompagnamento all'uso degli strumenti compensativi; consulenze psicoeducative rivolte ai genitori; incontri di mediazione scuola-famiglia; tutoring didattico specializzato.