Sfatiamo un mito: chi è lo psicoterapeuta?
Sfatiamo un mito.
Colui che si occupa della salute psicologica di un altro individuo non è, come si tende a pensare, una persona immune da conflitti emotivi di sorta, definitivamente risolta ed in pace con se stessa, che non si trova più a nuotare nel marasma delle emozioni e dei sentimenti umani.
A chi non metterebbe soggezione l'idea di sedersi di fronte ad una simile divinità, fantasticata come onnisciente, perennemente equilibrata e anche, in un certo senso, potenzialmente giudicante, dall'alto del suo trono di acquisita - e mai più pregiudicata - pace interiore?
Onestamente, non credo troverei la forza di affidare il mio mondo interiore ad un soggetto così immaginato.
Sfatiamo dunque questo mito.
Il terapeuta che si siede di fronte a voi non è, né mai sarà, un essere umano privo di difficoltà emotive di varia natura; non ha una verità in tasca su quale sia la strada giusta da intraprendere; non possiede qualche magica capacità di "leggervi dentro", pretendendo di sapere cose sul vostro conto che voi mai potrete sapere o comprendere.
Il terapeuta che si siede in stanza con voi altro non è che una persona che ha attraversato, attraversa e continuerà ad attraversare le stesse lotte interiori con cui ognuno di noi, in quanto essere umano, si trova a dover fare i conti.
Con l'unica grande differenza che, per lungo tempo, prima di arrivare di fronte a voi, ha avuto modo di lavorare sulle sue ferite, guardandole a fondo, imparando a starci a contatto e a fare loro spazio in quella che è la storia della sua vita, in modo da non farsene più dilaniare.
Una persona che, come voi ora, si è seduta più e più volte in quella stanza nelle vesti di paziente e che oggi, grazie agli strumenti acquisiti con il tempo, dolore e non poca fatica, riesce a stare lì, insieme a voi, a guardare in faccia quel dolore, senza farsene spaventare e provando, insieme, ad attribuirgli significato.
E' questo, il più grande aiuto che un terapeuta può dare.
Quel: "Sono qui, siamo qui insieme, non scapperò di fronte a questo dolore che invade la stanza. Impareremo a starci a contatto, a fargli spazio e ad accoglierlo dentro la nostra storia.
Non sarai solo in questo, saremo insieme."